Musicalità contigue |
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Scritto da Mariano Grossi |
Martedì 01 Dicembre 2015 02:14 |
MUSICALITA’ CONTIGUE
L’ascolto di tante versioni italiane di canzoni anglofone (e viceversa) presuppone sostanzialmente uno stravolgimento del dettato emotivo contenuto negli originali; la diversa musicalità e struttura dei lemmi quasi impone una ricerca di rime e assonanze incompatibili con l’originale tessuto linguistico-tematico. Esempi se ne potrebbero trovare a dozzine, poiché, traducendo, è disagevole adattare la melodia e conseguentemente le incongruenze rispetto al testo d’origine sono molteplici. Si pensi a Una città per cantare di cui Ron è l'interprete italiano. Essa è la traduzione, anche se non letterale, di The Road di Danny O'Keefe, incisa anche da Jackson Browne. Parecchi sono i casi di non traduzione, ma di totale cambiamento dei testi. Già negli anni '60 e '70 innumerevoli brani italiani furono ripresi da interpreti stranieri, in particolare angloamericani, Deam Nartin riprese Nel blu dipinto di blu, poi Help Yourself che prima di essere un successo di Tom Jones era stato interpretato da Dino e Wilma Goich col titolo Gli occhi miei, oppure You're my world, che è Il mio mondo di Umberto Bindi inciso da Cilla Black, e Silent voices, cioè La voce del silenzio, e moltissime altre. Qui vorremmo evidenziare soltanto alcuni modelli a confronto che maggiormente rendono lampante il divario tra il sentiero tracciato dall’autore originale e quello di colui che verte in lingua straniera. Si pensi allo sconvolgimento drammatico ed ultimativo di una canzone come “It’s now or never” rispetto alla solarità gioiosa del suo testo napoletano originale “O sole mio”, dove si avrà modo di notare che il rapporto giorno/notte nelle due lingue si presenta completamente ribaltato; nell’originale partenopeo l’amante si deprime nottetempo in attesa del sorgere del sole, metafora della nuova visione raggiante dell’amata, nella versione inglese l’arrivo del giorno potrebbe scandire la fine di un amore, qualora l’amata non si sia concessa nottetempo all’amante (se questo ribaltamento sia voluto ovvero casuale non sarà mai dato saperlo, ma notarlo è importante!):
It's now or never,
TESTO ORIGINALE IN NAPOLETANO Che bella cosa na jurnata 'e sole, Ma n'atu sole Lùcene 'e llastre d''a fenesta toia; Quanno fa notte e 'o sole se ne scenne,
TRADUZIONE IN ITALIANO Ma un altro sole Luccicano i vetri della tua finestra, Ma un altro sole Quando fa sera e il sole se ne scende, Ma un altro sole
“Downtown” di Petula Clark è un inno alla gioia della vita metropolitana da bere nell’arco del tempo notturno illuminato dalle luci artificiali; la sua versione italiana “Ciao! Ciao!” è invece una struggente malinconia della separazione di due amanti in partenza alla stazione dopo un’ebbra, solare, effimera estate balneare!
Downtown When you're alone and life is making you lonely Just listen to the music of the traffic in the city So go downtown Don't hang around and let your problems surround you Just listen to the rhythm of a gentle bossa nova So go downtown Downtown And you may find somebody kind to help and understand you So go downtown Downtown [downtown]
In centro Quando ti senti solo e la vita ti fa questo effetto Ascolta la musica del traffico in città, Allora vai in centro Non aspettare fino a che i problemi ti sommergono Ascolta il ritmo di una bossanova leggera Allora vai in centro In centro E magari incontri una persona che ti aiuti a capirti Allora vai in centro
Ciao ciao ritorno al mar dove ho sognato con te e sembra dirmi "ciao" ciao ciao rivedo ancor i vecchi amici che ho e mi salutano ciao ciao e sulla sabbia limpida non e' cambiato niente sotto il sole caldo io ti cerco tra la gente so che ci sei... ecco mi hai vista e tu mi vieni incontro correndo e stai sorridendomi ciao ciao grido chiamandoti ciao ciao amore abbracciami ciao ciao sono tornata da te ciao ciao ciao ciao tu non lo sai con quanta ansia aspettai di rivedere te ciao ciao ora di te non voglio perdere mai neanche un attimo ciao ciao diventeranno facili i baci dell'estate passeremo insieme cento ore innamorate ma poi verrà il giorno che partirò alla stazione verrai... la mano tu agiti... ciao ciao io sto per piangere... ciao ciao il treno va e grido ciao ciao non ti scordare di me... ciao ciao ciao ciao
ELENORE You got a thing about you Elenore, gee I think you're swell
TRADUZIONE ITALIANA Devi capire una cosa che ti riguarda: io non posso vivere senza te, io ti voglio davvero, Eleonora, accanto a me! La tua bellezza mi eccita! Anche se I tuoi mi odiano, non c’è nessuna come te, Eleonora, davvero! Eleonora, penso davvero che tu sia eccezionale e che mi faccia star bene, che tu sia il mio orgoglio, gioia e quant’altro! Eleonora, posso avere modo di chiederti di sapere che ne pensi? Dimmi che mi ami di più! Io penso davvero che tu sia fantastica! Usciamo a vedere un film! Che ne dici, adesso, Eleonora, possiamo? Spegneranno le luci laggiù in fondo alla sala. forse manco guarderemo lo spettacolo! Credo di amarti, Eleonora! Amami! Eleonora, penso davvero che tu sia eccezionale e che mi faccia star bene che tu sia il mio orgoglio, gioia e quant’altro! Eleonora, posso avere modo di chiederti di sapere che ne pensi? Dimmi che mi ami di più! SCENDE LA PIOGGIA Tu nel tuo letto caldo
Verosimilmente l’arrangiamento e l’ingabbiamento delle note musicali impongono una sensibile trasformazione del contenuto, anzi, nei casi esaminati si direbbe proprio un capovolgimento semantico dello stesso, ed è un peccato non poter conservare aderentemente in lingua diversa l’originalità dello slancio emotivo di chi ha scritto il testo. Di recente, stimolati dalla profondità comunicativa e pregna di simbolismo di alcune liriche non rimate, scritte dalla gravidissima penna psicoterapeutica dell’amico Guglielmo Campione, ci siamo ritrovati in un anelito comune a rendere le sue riflessioni in altre lingue, meravigliandoci entrambi di scoprire come alcuni dei suoi versi sciolti si possano prestare e piegare a rime e assonanze imprevedibili a tutta prima in una lingua idiomatica talmente differente come quella inglese. Di seguito qualche esempio:
Day’s rude welcome Looking at you ”Do I love you” just whispered I It wasn’t then that squirted my imperceptible lie. By dream’s abstruse greediness caught inside, by weak water’s ways I slipped with you beside Astonished by day’s welcome indeed so rude with the painful absence of you in the nude I could hear among my soft heart’s coils while choking starting creeping a voice: “Metal breaking’s echo rise, on me goof, faithful and just down from its silver roof the noose for desire’s neck may now descend, to scissors and bow’s cut binding the hand!” So, free again after my latest hard decision, back flogged by clotted sores’ vermilion and by the nettling torture nibbled my feet, my rebel risen body wander (path so sweet!) from the dungeons of unwise matters. Rolling again the bomb that death scatters will cross your honeyed parlors, mocking marvel mindful of wile-odyssey held in alike deadly bowel.
L’insolente accoglienza del giorno Ti sussurrai: “Ti amo” e non fu allora che dal mio cuore schizzò l’impercettibile bugia. Pur t’ho avuta tra le braccia per le astruse golosità del sogno e per languide vie d’acqua son scivolato al tuo fianco. Ma, impietrito dall’insolente accoglienza del giorno che suonava la dolente melodia della tua assenza, tra le spire del mio molle cuore una voce s’insinuò: “Della cesura metallica l’eco s’alzi fedele e, pur se da argentee volte, scenda lo scorsoio per il collo del desiderio sfolgorante passo che leghi la mano alla forbice e al taglio del fiocco!” Così, nuovamenrte libero, con la schiena vergata dalle piaghe raggrumate ed i piedi rosi dall’urticante tortura, vagherà risorto dalle segrete della materia improvvida il mio corpo ribelle e ancora rotolerà la bomba che attraversò i tuoi salotti melliflui, beffarda magnificenza memore dell’astuzia odissea racchiusa in egual ventre mortale.
I meet you, I meet myself I meet my desire of you to meet besides, my desire’s ships’ fleet, my desire to meet in you a caress meeting myself with my fondness. To be happy for this desire I’m bound either meeting you or myself sound
T’incontro, m’incontro Incontro il desiderio d’incontrarti e così m’incontro. Incontro il mio desiderio d’incontrare in te una carezza e così m’incontro con la mia tenerezza. Non può non fami felice incontrarmi con un desiderio così sia che t’incontri davvero sia che incontri solo me.
Ethiopian Sun There is no smile to melt your mask’s hardness, oh you indifferent handmaid! Scorches loneliness more than Ethiopian sun ‘n’ silence tiptoedances upon my stubborn trembling’s waters’ glances.
Sole etiope La solitudine è più cocente d’un sole etiope senza il sorriso che mitiga la durezza della tua maschera d’indifferente ancella mentre il silenzio danza in punta di piedi sulle acque del mio ostinato tremore.
Homeland Homeland broken by the sun while turning, Homeland with your turves while burning, does still echo inceasing in sweet torture darting in August’s sky the chaotic chatter from Asian eucalypts’ heart, giants beside my road, where sweating I could not stop my running goad while over and over again a crab was I seeking driven by its back’s blue’n’variegated sparkling? Do you still give life by your fire to the lizard’s skin so green which dropped off rests on border’s walls’ hot stones so keen? Do still your ancient olives rustle with their points of spear in wind’s and blows’ everlasting dance which them rear? Will I listen to the billows’ rumbling once you sent together with your thousand poppies’ redeemer scent blood-spotting ears’ fair bed’s ancient golden match? My footmark in your dust means legacy’s strong patch!
Terra Terra arsa dal sole terra arsa dalle grandi zolle Risuona ancora incessante in dolce tortura dardeggiando nel cielo d’agosto il cicaleccio caotico dal cuore degli eucalipti d’Asia, giganti delle tue strade alberate dove correvo sudato in cerca dell’azzurro e dei variopinti luccichii del dorso d’un granchio? Dai vita ancora col fuoco tuo alla verde pelle di lucertola che immobile sosta appisolata sulle chianche arroventate dei pareti di confine? Stormiscono ancora in luccichio d’argento le punte di lancia dei tuoi atavici ulivi in danza perenne di vento e di percosse? Potrò ancora ascoltare il fragore dei marosi e il profumo redentore dei tuoi mille papaveri che macchiarono di sangue l’antico biondo connubio del chiaro letto di spighe? Calco forte è l’orma nella polvere che ti lascia in retaggio il segno del mio passaggio!
Apollo’s faithful We of Apollo’s word followers so strong We to angels’ and flowers’ heaven belong Now we are burning the flames among painful for the streaming water we long, as well for poetry singing purity’s song.
Fedeli di Apollo Noi fedeli seguaci della parola di Apollo noi del cielo degli angeli e dei fiori ora bruciamo tra le fiamme e aneliamo dolenti all’acqua sorgiva alla poesia che canta la canzone della purezza.
Men shut One day with first great love do men shut and, believe me, is a natural end that cut needed as day’s sunset one longs to meet remembering abandon’s hours so sweet which at her safe maternal gaze they used to spend which maybe anybody else will not be able to lend. One day with first great love really shut men and they’re going to turn their shoulders then once again to their safe times gone by at last in needed loneliness’ hard days come so fast. And then to smile one day a man manages proud feeling just there, yes, in his chest a joy so loud when he quits his first great love and again loads his life, strong and lonely along the dirty roads of the rich endless good cruel world longing to tow him with a surprise and a bravery test high and low.
Gli uomini chiudono Gli uomini chiudono un giorno con il primo grande amore e quello, credimi, è una fine naturale e necessaria come il tramonto del giorno che ricorda le dolci ore d’abbandono passate sotto il suo sguardo sicuro di madre Gli uomini chiudono un giorno con il primo grande amore e dovranno girare le spalle al sicuro passato ancora una volta nei duri giorni di necessaria “solitude”. Gli uomini giungono poi orgogliosi a sorridere un giorno e a sentire una forte gioia proprio lì, sì, nel petto quando chiudono con il primo grande amore e riprendono a vivere forti e solitari per le strade del mondo ricco infinito buono crudele che li attende con una sorpresa ed una prova di coraggio ad ogni angolo.
Credevamo possibile questa sorta di geminazione del lirismo in lingue così diverse come una proprietà della complessa ispirazione ermetica del dottor Campione, pensando, magari inconsciamente e, perché no, ignari delle potenzialità plasmatrici tra una lingua e l’altra, che ulteriori tentativi sarebbero risultati vani o fin troppo arditi. Lo credevamo. Ma poi il nostro, diciamo così, ispiratore si è cimentato in una rimembranza ben più aulica e aureolata, citando la magica atmosfera del Foscolo, e guardate che cosa ne è venuto fuori:
Given to the Evening As you are fatal quiet's image, maybe, Evening, so dear you always come to me, or when from snowy air a restless long and dark to the universe you lead you always come to me begging your sheet so old and my heart's secret ways so tenderly you hold. You ever let me with my thoughts wander and wander to the tracks leading to everlasting Nothing's wonder, meanwhile the guilty time escapes and flies forever And while looking at your wonderful peace the warlike soul roaring in me sleeps at ease.
Alla sera Forse perché della fatal quïete Tu sei l’imago a me sì cara, vieni, O Sera! E quando ti corteggian liete Le nubi estive e i zeffiri sereni, E quando dal nevoso aere inquiete Tenebre, e lunghe, all’universo meni, Sempre scendi invocata, e le secrete Vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge Questo reo tempo, e van con lui le torme Delle cure, onde meco egli si strugge; E mentre io guardo la tua pace, dorme Ma il nostro ispiratore è un cultore degli stati della mente e abbiamo tentato l’inosabile, sollecitati dall’atmosfera immersiva di una lirica sacra come questa:
Sempre caro mi fu quest'ermo colle e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Questo è il risultato: Always dear to me was this secluded hill‘n’this hedge barring the sight to such a big part of horizon’s edge, but sitting’n’gazing endless spaces, supernatural hush, the deepest quiet I fake in my mind beyond that bush so that my heart is almost scared. And as rustling I hear the wind through these trees, that endless silence here to this voice comparing I keep and the Eternal I remember, the dead seasons, the current alive one, the sound of her. Therefore so in this vastness I let drown my own thinking and indeed very sweet is for me in this deep sea sinking.
In preda allo scetticismo, quando un altro ispiratore, Nino Greco, ci ha riproposto il meraviglioso testo di quella poesia napoletana musicata intitolata “Era de maggio”, abbiamo provato a tradurla conservandone i ritmi originari e la struttura metrica della rima alternata e, inopinatamente, crediamo, la lingua d’Albione si è nuovamente prestata a seguire l’afflato originario degli autori partenopei e la musica pare non esser d’impaccio a questo calco ritmico e semantico:
Era de Maggio a schiocche a schiocche li ccerase rosse... Fresca era ll’aria e tutto lu ciardino addurava de rose a ciente posse.
Fresh was the air and all the garden smelt beautiful roses in a powerful way while fallen cherries on your breast a belt used to make in that scented May.
Yes, It was May – no, I cannot forget! Far off the time, my memory far stronger! We used to make just singing a duet That air, that song! I can’t wait any longer!
And it said: ”Dear, you’ve to pack Godhead knows the lucky day When to me you can come back! You’ve to leave going away!
“I’ll come back” carrying on to play “when these scented flowers bloom! If these roses do bloom in May then, sweetheart, you’ll see me loom!
Now I am back and just like long ago Let’s sing together that sweet song so old Time goes by! How changes life’s bow! But true love knows its ancient way to hold!
So near the fountain in love with you I fell My darling, where clear fresh waters spurt Never can dry up, beautiful, that well Wounds of love don’t heal! They always hurt!
No, they don’t heal! if they healed were, wouldn’t I stand here you beside Looking at you in this embalmed air Oh, my joy, my pride and bride!
So, my sweetheart, I’m here to say: “Yes, I’m forever next to you! Comes back love as comes back May Order what about me you’ll do!
Lo stravolgimento dei testi non è dunque un vincolo nelle versioni di poesie e canzoni di lingue così diverse; al gusto soggettivo il giudizio sulla gradevolezza dei tentativi, ma si possono comunicare le medesime emozioni in lingue distanti, pur mantenendo inalterati ritmi e prosodie. Ed è significativo riportare proprio in chiusura di questo breve studio sperimentale quella che è la reazione di un autore di fronte alla versione in altra lingua dei suoi pensieri, delle sue melodie:
“Leggere i versi delle mie poesie in tedesco, inglese, francese e spagnolo è stata un'esperienza perturbante. Nel mio caso non v'è stata alcuna paura, ma percezione simultanea di familiarità ed estraneità e uno strano quanto piacevole senso di spaesamento. Come se la traduzione avesse aperto nuove porte all’attribuzione di nuovi significati attraverso la nuova prosodia intrinseca alla nuova lingua in cui apparivano tradotti per la prima volta dinanzi ai miei occhi. Sentire suonare in quattro lingue diverse i propri sentimenti messi in versi, è stato come sentirli per la prima volta: una nascita, una nuova nascita. Ma quante vite hanno essi allora? Possibile che io abbia scritto questo? Misteri delle lingue umane! Mi affascina la prosodia, quel che unisce musica e parola, uno degli aspetti protomentali dell'esperienza umana. D'altronde è certo: la prosodia è la prima percezione, e la prosodia d'una lingua s'apprende in amnios : i bambini francesi piangono secondo la prosodia della lingua francese e cosi gli inglesi, gli italiani, i tedeschi e cosi via.
Mariano Grossi
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